Da Pancaro a Zavettieri, quando la sostanza conta più dei titoloni

02.11.2015 10:21 di Vincenzo Di Somma   vedi letture
Da Pancaro a Zavettieri, quando la sostanza conta più dei titoloni
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

Partiamo dalla fine? Romeo, rispolverato in questa nuova gestione tecnica, al culmine di una prestazione impeccabile da terzino (lui che nasce centrale di difesa) si propone per l’ennesima volta sulla fascia destra, crossa al centro e Bombagi al volo insacca. Il ‘Menti’ esplode per la prima vittoria in casa, ottenuta al 94’ e forse più.

Un’oretta prima, Contessa riscatta un inizio di stagione non all’altezza degli standard cui ci aveva abituati l’anno scorso con il secondo gol in tre partite. Da esterno alto di fascia e non da terzino.

Adesso ancora un salto temporale, stavolta fino al post-partita. Mister Zavettieri esordisce in conferenza ammettendo, con onestà, che il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio, ma che la vittoria era meritata per lo spirito e la compattezza dimostrati dai suoi ragazzi nei momenti di difficoltà. E che non bisogna illudersi per questa inversione di tendenza.

Un’analisi della partita così lucida e, lo ribadiamo, onesta, è merce più che rara, specie nel contesto meridionale in cui l’istinto prevale spesso sulla ragione. Una vittoria contro il Catania al 94’ e forse più, dopo tal inizio di stagione, avrebbe indotto quasi ogni allenatore a ricercare nell’epos e nella mitologia greca gli aggettivi per sé e per i propri calciatori. Invece no, perché Zavettieri ha bisogno di dare un segnale. Testa bassa e pedalare. Meno titoli e più sostanza. D’altra parte, l’ex mister del Bari è arrivato a Castellammare rifiutando l’alibi infortuni in un momento in cui gli avrebbe fatto più che comodo giustificarsi così. Quello che si nota è che è più importante sottolineare l’errore, tragicomico, in occasione del gol di Calil che il successo contro una squadra il cui blasone (e forse la qualità della rosa) sta alla Lega Pro come il presidente della FIGC sta alla diplomazia.  Un segnale importante, dicevamo, che i calciatori sembrerebbero aver colto. Altrimenti non si spiegherebbe la prestazione di qualità di Romeo, desaparecido nella precedente gestione.  Non si spiegherebbe l’apporto determinante in fase realizzativa di Contessa, estraniato da compiti difensivi e dunque libero di offendere con costanza e qualità. Non si spiegherebbero le manovre di gioco interessanti che stiamo ammirando in campo, lontane dal piattume di inizio stagione. Sia chiaro, non è che le vespe abbiano riscoperto un gioco spumeggiante, perché “nessun allenatore ha la bacchetta magica”, ma la sensazione che si stia battendo la giusta strada, di cominciare ad avere un principio d’identità di gioco, si ha.

Una consapevolezza che, caso vuole, avviene proprio contro l’ex Pancaro. Allenatori simili i due. Per atteggiamento dentro e fuori dal campo, più che per idee tattiche. Due casi in cui l’onestà e la lucidità nell’analizzare la gara si ripercuote positivamente sui risultati. Infatti, se il tecnico cosentino ha annullato una dura penalizzazione in men che non si dica, nel medesimo tempo il nuovo mister gialloblù ha riportato la Juve Stabia nella metà di classifica che più le compete. Non è un caso, invece, che entrambi siano molto quotati dagli addetti ai lavori, considerati tra i migliori tattici della categoria, pur non vivendo di titoloni sui giornali. Da Pancaro a Zavettieri, dunque. Si riparte da qui per guardare con più serenità al futuro e, se si continuerà su questa strada, il presidente Manniello farebbe bene a tenersi stretto il tecnico, più di quanto fatto con il suo (pre)predecessore.