La misura approvata il 20 settembre 2025 sostiene lo smart working nei Comuni montani con meno di 5.000 abitanti e prevede incentivi per le imprese che assumono a tempo indeterminato.
Dal 2026 entra in vigore il bonus smart working pensato per favorire l’occupazione stabile e contrastare lo spopolamento delle aree montane. La misura garantisce un esonero contributivo che può arrivare a 8.000 euro annui per ciascun lavoratore assunto, con riduzioni progressive fino al 2030. Si tratta di un provvedimento che riguarda le imprese con sede nei Comuni montani e i dipendenti che scelgono di trasferirvi la propria residenza, svolgendo in maniera continuativa la prestazione in modalità agile.
I dettagli del beneficio economico e la durata della misura
Il bonus smart working è previsto dall’articolo 26 della legge sulle zone montane approvata a settembre 2025. Il meccanismo introduce un esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per ogni dipendente assunto con contratto a tempo indeterminato. L’incentivo è valido fino a un massimo di 8.000 euro annui per il biennio 2026-2027. Dal 2028 l’agevolazione scende al 50% con un tetto di 4.000 euro, per poi ridursi ulteriormente al 20% nel 2030, pari a 1.600 euro.

Le risorse complessive destinate al provvedimento sono distribuite su più annualità: 18,5 milioni di euro nel 2026, 21,8 milioni nel 2027, 12,5 milioni nel 2028, 10,9 milioni nel 2029 e 5,4 milioni nel 2030. Lo sgravio si applica esclusivamente ai contributi previdenziali, con esclusione dei premi assicurativi dovuti all’INAIL. La pensione del lavoratore non subisce variazioni poiché l’aliquota di calcolo resta invariata.
La scelta di incentivare le imprese che adottano lo smart working come modalità ordinaria di lavoro rientra in una strategia più ampia volta a valorizzare le aree interne. L’obiettivo dichiarato è attrarre lavoratori giovani, frenare la perdita di popolazione e favorire lo sviluppo economico in territori spesso penalizzati dalla carenza di servizi e opportunità.
Requisiti per imprese e lavoratori e tempi di attuazione
Per accedere al bonus è necessario che l’impresa adotti lo smart working come modalità ordinaria di lavoro. I contratti devono essere a tempo indeterminato e stipulati con lavoratori che rispettano specifici criteri. L’età del dipendente non deve superare i 41 anni alla data del 20 settembre 2025. Inoltre, chi viene assunto deve spostare la residenza e il domicilio in un Comune montano con meno di 5.000 abitanti, dove svolgerà stabilmente la propria attività in modalità agile.
L’agevolazione non si applica ai rapporti di lavoro a termine né al lavoro autonomo. La normativa precisa che i criteri per la richiesta saranno definiti entro il 20 novembre 2025 da un decreto interministeriale che disciplinerà anche le modalità di monitoraggio della spesa. Le domande dovranno essere presentate con modalità telematiche, e le risorse verranno erogate secondo l’ordine cronologico di presentazione fino a esaurimento dei fondi disponibili.
Il provvedimento si inserisce in un contesto più ampio di misure dedicate ai Comuni di montagna, che includono anche contributi per il personale scolastico e incentivi per chi sceglie di trasferirsi stabilmente in queste aree. Lo smart working diventa quindi non solo uno strumento di flessibilità, ma anche un mezzo per rilanciare borghi e territori in via di spopolamento, con ricadute attese sia sull’occupazione sia sulla vita sociale di piccole comunità.