Una riforma epocale accorcia i tempi per ottenere il risarcimento: i cittadini non dovranno più aspettare anni dopo la chiusura del processo.
Per anni i cittadini hanno dovuto subire un paradosso: attendere la conclusione di un processo già infinito per poi poter richiedere un risarcimento per i ritardi accumulati. Dal 2025 questo meccanismo viene superato, aprendo la strada a una vera rivoluzione.
Indennizzo immediato per i processi lenti
La riforma stabilisce che l’equa riparazione per i procedimenti troppo lunghi possa essere chiesta già nel corso del processo, senza dover aspettare la sentenza definitiva. In pratica, se i tempi massimi fissati dalla legge vengono superati, il cittadino potrà subito avviare la richiesta di indennizzo.

I limiti di riferimento sono chiari:
- 3 anni per il primo grado di giudizio,
- 2 anni per l’appello,
- 1 anno per la Cassazione,
- 3 anni nelle fasi esecutive,
- 6 anni nelle procedure concorsuali.
Una volta oltrepassate queste soglie, la domanda potrà essere presentata immediatamente.
Termini e obblighi più rigidi
La novità porta con sé anche regole severe. Chi ottiene il diritto al risarcimento deve presentare una dichiarazione entro un anno, pena la perdita dell’indennizzo. Non solo: in caso di mancata comunicazione nei tempi previsti, si decade del tutto dal beneficio.
Scompare invece l’obbligo di aggiornamento biennale della dichiarazione, che rappresentava un ulteriore peso burocratico. Ora sarà l’amministrazione a richiedere eventuali chiarimenti, semplificando la procedura per i cittadini.
Le nuove disposizioni si applicano anche alle domande già presentate negli ultimi anni, garantendo retroattività a chi aveva avviato la pratica con le regole precedenti.
Perché la riforma cambia tutto
Questo intervento colma una lacuna storica: costringere i cittadini ad attendere la fine del processo per vedersi riconosciuto il danno da ritardi era una contraddizione evidente. Ora il sistema si allinea a standard più equi, riducendo le attese e restituendo credibilità alla giustizia.
Con la possibilità di chiedere l’indennizzo immediato, le persone non restano più intrappolate in un doppio calvario, fatto di anni di processo e altri anni di attesa per un ristoro economico. Una svolta che, almeno sulla carta, rende il sistema giudiziario più vicino ai diritti dei cittadini.