Le agevolazioni sul bollo auto per i veicoli storici cambiano nel 2025 a seconda della Regione di residenza. Ecco chi paga, chi ha sconti e chi è esentato.
Il bollo auto storiche 2025 resta una delle tasse più discusse dagli automobilisti italiani, perché la normativa non è uniforme sul territorio nazionale. Le regole cambiano da Regione a Regione e spesso anche da Provincia a Provincia, con differenze sensibili tra chi ottiene l’esenzione totale e chi deve comunque versare una quota ridotta. La distinzione riguarda in particolare i veicoli con più di 20 anni e quelli che hanno superato i 30 anni di immatricolazione.
Le differenze tra auto con più di 20 e 30 anni
Per i veicoli con oltre 30 anni di età la normativa è chiara: in tutte le Regioni italiane il bollo non si paga, salvo alcune eccezioni di natura amministrativa legate alle tasse di circolazione. Si tratta di un’esenzione riconosciuta per il valore storico e culturale dei mezzi, che rientrano in un patrimonio automobilistico tutelato.

Più complessa la situazione per i veicoli con età compresa tra i 20 e i 29 anni. Qui la normativa lascia ampio margine alle Regioni. Alcune, come Piemonte e Lombardia, prevedono riduzioni consistenti o addirittura l’esenzione per i veicoli certificati di interesse storico, iscritti ad appositi registri come Asi o Fmi. Altre, come Lazio e Toscana, applicano invece un bollo ridotto, spesso pari al 50% dell’importo ordinario. Ci sono anche Regioni che non prevedono alcuna agevolazione, obbligando al pagamento integrale della tassa.
Il quadro è quindi molto frammentato e richiede all’automobilista di verificare attentamente la normativa locale. Non a caso, diverse associazioni di categoria hanno chiesto un intervento nazionale per uniformare le regole ed evitare disparità territoriali che finiscono per penalizzare chi vive in determinate aree del Paese.
Il ruolo delle Regioni e i documenti necessari
L’applicazione dell’agevolazione dipende da una scelta politica e amministrativa delle Regioni, che hanno competenza diretta sulla tassa automobilistica. Molti enti locali richiedono, per concedere l’esenzione o lo sconto, una documentazione precisa: oltre al libretto di circolazione, serve l’attestato di storicità rilasciato da registri riconosciuti a livello nazionale. Senza questo documento l’agevolazione non può essere applicata, anche se il veicolo ha superato i 20 anni di immatricolazione.
Nel 2025 restano confermate le procedure già in vigore negli anni passati. Alcune Regioni hanno introdotto piattaforme online per la presentazione delle domande, mentre in altre è ancora necessario recarsi agli sportelli competenti. L’iter può sembrare complesso ma resta indispensabile per evitare contestazioni.
Il bollo auto storiche non riguarda solo gli appassionati di motori ma anche chi possiede vecchi veicoli ancora circolanti per uso quotidiano. Per loro, la possibilità di risparmiare anche centinaia di euro l’anno rappresenta un incentivo a mantenere in vita mezzi spesso considerati parte del tessuto sociale di quartieri e piccoli centri. Un tema che, già, continua a sollevare dibattiti sia sul piano fiscale sia su quello culturale.