Dal 1990 a oggi l’uso di Internet è cresciuto fino a raggiungere oltre il 68% della popolazione mondiale, con lo smartphone come principale strumento di accesso.
All’inizio degli anni ’90 Internet era un fenomeno circoscritto al mondo accademico e alle prime reti sperimentali. Nel 1991 solo lo 0,1% della popolazione globale aveva accesso al web, in un contesto in cui i costi e le infrastrutture limitavano fortemente la diffusione. Oggi, ottobre 2025, i numeri raccontano una realtà radicalmente diversa: 5,6 miliardi di persone nel mondo sono connesse, pari al 68% della popolazione globale, secondo stime basate su report internazionali e dati demografici.
L’espansione dagli anni 2000 agli smartphone
Il passaggio simbolico avviene all’inizio del nuovo millennio. Nel 2000 gli utenti erano già 361 milioni, pari al 6% della popolazione mondiale. Da quel momento la crescita si è trasformata in un processo costante, alimentato da investimenti nelle infrastrutture, calo dei costi di connessione e diffusione dei computer domestici.

Il vero salto di scala arriva però con l’avvento degli smartphone, che hanno reso Internet portatile e accessibile in qualsiasi momento. Nel 2015 circa 3 miliardi di persone erano online, ovvero il 40% della popolazione di allora. Dieci anni più tardi la cifra si è quasi raddoppiata. Nel 2025 il 96% degli utenti Internet si connette attraverso un dispositivo mobile, dato che conferma come la rete sia diventata indissolubilmente legata alla tecnologia in tasca di miliardi di individui.
Oggi in Paesi come l’India o parti dell’Africa subsahariana lo smartphone rappresenta l’unico strumento di accesso, favorito dalla riduzione dei costi dei dati mobili e dall’espansione delle reti 4G e 5G. In queste aree la crescita continua a ritmo più veloce rispetto all’Europa o al Nord America, dove il mercato è già vicino alla saturazione.
Le sfide della connettività globale
Nonostante il traguardo raggiunto, il quadro mondiale resta disomogeneo. Restano circa 2,6 miliardi di persone ancora escluse dalla rete. Le cause vanno cercate in tre fattori principali: carenza di infrastrutture in aree remote, costi ancora alti per i redditi locali e livelli di alfabetizzazione digitale insufficienti.
Gli organismi internazionali sottolineano come la connessione a Internet sia ormai considerata un diritto fondamentale, legato all’accesso a istruzione, lavoro e informazione. Nei prossimi anni la sfida sarà portare la rete anche nelle zone oggi escluse, attraverso soluzioni innovative come satelliti a bassa orbita, connessioni wireless su larga scala e investimenti pubblici nei Paesi in via di sviluppo.
Dal 1989, anno in cui Tim Berners-Lee creò il World Wide Web, il mondo ha visto cambiare radicalmente la propria struttura sociale ed economica. La crescita di Internet ha modificato la comunicazione, la finanza, la politica e il commercio globale. I dati del 2025 raccontano non solo un successo tecnologico, ma anche la necessità di colmare i divari che ancora oggi segnano il pianeta.