Soldi e lavoro: il nuovo DdL sulle retribuzioni è legge. Tutte le novità che aspettano lavoratori e imprese

Soldi e lavoro il nuovo DdL sulle retribuzioni è legge. Tutte le novità che aspettano lavoratori e imprese (2)
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Il Parlamento approva il DDL Retribuzione Lavoratori 2025, che introduce regole su salari minimi, contratti collettivi, trasparenza e controlli.

controlli per dipendenti e aziende.

Il 23 settembre 2025, la Camera ha dato il via libera definitivo al Disegno di legge Retribuzione Lavoratori, che ora attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La norma rappresenta un intervento organico sulle regole del lavoro, con l’obiettivo di garantire paghe adeguate e contrastare pratiche scorrette.

Salario minimo e contrattazione collettiva

Il testo delega il Governo a fissare un sistema di retribuzione minima, collegata ai contratti collettivi nazionali più rappresentativi. Questo significa che ogni lavoratore dovrà ricevere un trattamento economico in linea con i livelli fissati dai contratti più applicati, contrastando il fenomeno del dumping salariale e dei contratti “pirata”.

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Il pacchetto entrerà in vigore nel 2026. – www.tuttojuvestabia.it

Previsto anche un piano per stimolare il rinnovo dei contratti nazionali scaduti, con incentivi destinati a compensare le perdite di potere d’acquisto. L’intento è ridurre la distanza tra salari effettivi e costo della vita, un tema che da anni genera frizioni sociali e sindacali.

Il ddl estende inoltre la copertura dei trattamenti minimi a quei settori dove oggi la contrattazione collettiva non arriva, offrendo così nuove tutele a lavoratori spesso lasciati ai margini.

Trasparenza, controlli e report sul lavoro

Accanto al tema delle retribuzioni, il disegno di legge introduce un rafforzamento dei controlli sugli enti, in particolare sulle cooperative, spesso utilizzate in modo distorto. Sarà obbligatorio indicare in busta paga il codice del contratto collettivo applicato, per rendere più immediati i controlli e favorire la trasparenza.

Il Governo è delegato a istituire sistemi di monitoraggio costante con report semestrali pubblici, che fotograferanno lo stato del lavoro sommerso, del caporalato e dell’uso improprio delle cooperative. Le ispezioni verranno condotte dall’Ispettorato nazionale del lavoro, con l’ausilio di banche dati condivise e strumenti digitali.

Un altro punto centrale riguarda la trasparenza retributiva: sarà rafforzata la raccolta e la diffusione di dati sulle retribuzioni, anche in applicazione della direttiva europea sulla parità salariale tra uomini e donne.

Il pacchetto entrerà in vigore nel 2026, quando il Governo dovrà emanare i decreti legislativi attuativi. Si apre quindi una fase cruciale: la riforma mira a cambiare i rapporti tra aziende e dipendenti, con ricadute dirette su milioni di lavoratori e sulle dinamiche del mercato del lavoro italiano.

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