Consapevolezza, strumenti tecnici e buone abitudini sono le armi per contrastare phishing e ransomware.
Phishing e ransomware rappresentano due delle minacce informatiche più diffuse e pericolose per utenti, aziende e istituzioni. Il phishing mira a rubare dati sensibili — credenziali, informazioni bancarie, dati personali — sfruttando l’inganno, mentre il ransomware cripta i file di vittime ignare per chiedere un riscatto. Per difendersi efficacemente servono consapevolezza, misure tecniche forti e una cultura della sicurezza digitale. In questo articolo esploriamo le principali strategie per prevenire gli attacchi, proteggere i sistemi e reagire rapidamente se si è già colpiti.
Comprendere phishing e ransomware: cosa sono e come agiscono
Per difendersi bene è essenziale capire cosa siano phishing e ransomware, come funzionano e quali leve sfruttano per avere successo.
Il phishing è una forma di ingegneria sociale: gli attaccanti inviano messaggi (via email, sms, applicazioni di messaggistica) che imitano enti affidabili (banche, servizi pubblici, aziende) per far cliccare link malevoli, scaricare allegati infetti o consegnare credenziali. Questi messaggi spesso giocano su fattori emozionali: paura, urgenza, curiosità, vantaggio promesso. Ad esempio possono dire che il conto bancario è sospeso, che c’è un pacco in attesa, che serve verificare dati per evitare problemi. Chi riceve è indotto ad agire senza riflettere.
Ransomware invece è un software malevolo che, una volta eseguito (spesso tramite phishing, ma anche tramite vulnerabilità nei software, porte aperte o reti non protette), cripta i dati del dispositivo o della rete e chiede un riscatto per fornire la chiave di decifratura. Spesso la diffusione è rapida: basta che un file infetto venga aperto o che il malware sfrutti automatismi di rete. In molti casi, l’attaccante combina cifratura dei dati con minacce di divulgazione (doxxing) per aumentare la pressione.
Importante notare che i due fenomeni sono spesso collegati: un attacco phishing può essere la porta d’ingresso per un ransomware. Un allegato malevolo o un link da uno scam di phishing può installare malware che a sua volta esegue il ransomware. Questo significa che la prevenzione del phishing è una prima linea difensiva anche contro il ransomware.
Capire le modalità di attacco è indispensabile: messaggi con mittente contraffatto, link che non coincidono con l’indirizzo visualizzato, domini simili ma leggermente diversi, errori ortografici, richieste insolite. Anche le vulnerabilità software (OS o applicazioni non aggiornate) e le configurazioni deboli delle reti (accessi remoti non protetti, permessi troppo generosi agli utenti) sono fattori che facilitano il successo del ransomware.
Strategie preventive: come ridurre il rischio quotidiano
Una volta compreso il funzionamento delle minacce, si possono adottare molte strategie per prevenire phishing e ransomware. Ecco alcune delle più efficaci, suddivise per livello (persona, azienda, tecnologia).
Buone pratiche personali e organizzative
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Diffondere consapevolezza: formazione continua su cosa sia il phishing, come si riconoscono email sospette, non fornire mai password o dati sensibili a richieste non attese, verificare link e mittente.
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Prendere l’abitudine di controlli doppi: se ricevi una email da una banca che ti chiede di cliccare su un link o inserire dati, cerca il sito ufficiale nel browser (digitando l’indirizzo), non affidarti al link nella mail.
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Non aprire allegati sospetti, specialmente compressi o eseguibili, anche se sembrano provenire da fonti apparentemente affidabili.
Misure tecniche
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Mantenere software aggiornato: sistema operativo, antivirus, programmi installati; le patch corrette chiudono vulnerabilità che gli attaccanti possono sfruttare.
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Usare soluzioni antivirus/antimalware con protezione in tempo reale, che scansionino allegati, link e comportamenti sospetti.
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Attivare l’autenticazione a più fattori (MFA) dove possibile, anche per email e account importanti — così anche se la password è compromessa, serve un secondo fattore per entrare.
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Eseguire backup regolari dei propri dati essenziali, idealmente con versioni off‑line o su sistemi separati non sempre connessi alla rete, per non avere dipendenza dal dispositivo in uso.
Misure aziendali / infrastrutturali
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Implementare filtri email & antiphishing aziendali: sistemi che analizzino i messaggi in entrata, identificando link o allegati malevoli; bloccare automaticamente quelli sospetti.
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Segmentare la rete: separare sistemi critici da altri, limitare i permessi degli utenti, ridurre la superficie d’attacco.
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Testare piani di risposta agli incidenti: sapere cosa fare nel caso succeda una compromissione (isolamento, recovery, notifiche).
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Utilizzare software di crittografia per proteggere i dati anche in caso di furto fisico del dispositivo o accesso non autorizzato.
Reazione all’attacco e recupero: cosa fare se sei già colpito
Non sempre si può prevenire al 100%, perciò è altrettanto importante sapere come comportarsi se phishing o ransomware colpiscono.
Identificazione e contenimento
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Se sospetti che una email sia phishing, non cliccare su link o allegati; se hai cliccato, scollega il dispositivo dalla rete per evitare che il malware si diffonda.
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Se il ransomware è già in esecuzione, isolamento immediato: disconnetti la rete, spegni connessioni esterne, blocca l’accesso da altri dispositivi.
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Segnala l’attacco ad esperti di sicurezza informatica, se esistono all’interno dell’organizzazione, oppure a fornitori di supporto tecnico che possano analizzare il danno.
Recupero dati e scelta sul pagamento del riscatto
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Verifica se hai backup aggiornati: se sì, puoi recuperare i dati senza cedere al ricatto. Il backup è la tua ancora di salvezza.
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Se non hai il backup, valuta con cura: pagare non garantisce sempre la restituzione dei dati, rischi di ottenere una chiave difettosa, di essere nuovamente preso di mira. Inoltre, il pagamento può finanziare ulteriori attività criminali.
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Cerca soluzioni legali e tecniche: software di decrittazione liberamente disponibili, kit sviluppati da enti di sicurezza, aiuti governativi; in alcuni casi esistono strumenti che permettono di recuperare i dati senza pagare.
Miglioramento continuo
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Analizza l’incidente: come è successo, quali vulnerabilità sono state sfruttate, cosa non ha funzionato; documenta tutto.
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Aggiorna le politiche di sicurezza: istruzioni chiare su uso delle email, uso delle risorse di rete, gestione dei privilegi.
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Fai formazione periodica: simulazioni di phishing per testare la prontezza degli utenti, aggiornamenti sulle nuove tipologie di attacchi.