Il 2025 porta con sé una novità importante per le famiglie italiane: il nuovo Bonus Mamme lavoratrici, un sostegno economico che riconosce fino a 480 euro alle madri con almeno due figli. Una misura che si aggiunge all’Assegno Unico e ad altre agevolazioni per i nuclei familiari, pensata per alleggerire il peso delle spese quotidiane e incentivare la partecipazione femminile al lavoro. Ecco tutti i dettagli su come funziona.
A chi spetta il Bonus Mamme 2025
Il contributo è riservato alle madri lavoratrici con specifici requisiti:
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Numero di figli:
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Con due figli, il più piccolo deve avere meno di 10 anni.
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Con tre o più figli, il più giovane deve avere meno di 18 anni.
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Tipologia di lavoro: possono accedere le lavoratrici dipendenti (a tempo determinato o indeterminato), le autonome e le professioniste iscritte a casse previdenziali. Sono invece escluse le lavoratrici domestiche e chi ha contratti intermittenti senza continuità.
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Reddito: non deve superare i 40.000 euro annui da lavoro.
Questi criteri rendono il bonus accessibile a una platea ampia, ma con limiti precisi per concentrare le risorse sulle famiglie che hanno più bisogno.
Importo e modalità di erogazione
Il bonus vale 40 euro al mese, per un massimo di 12 mesi, arrivando così a 480 euro complessivi. Non viene però pagato mese per mese: l’intero importo maturato sarà accreditato in un’unica soluzione nel mese di dicembre 2025.
Si tratta di un contributo netto, esente da imposte e contributi, che non concorre al calcolo dell’ISEE e quindi non riduce l’accesso ad altre agevolazioni. Se la madre ha lavorato solo alcuni mesi nel corso dell’anno, l’importo sarà ridotto in proporzione.
Come richiederlo
Il bonus non viene erogato in automatico. Sarà necessario presentare domanda all’INPS, attraverso il portale istituzionale o con l’aiuto di patronati e CAF. Nella richiesta andranno indicati:
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dati anagrafici e reddituali della madre;
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numero e data di nascita dei figli;
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posizione lavorativa e tipologia di contratto.
L’INPS verificherà la sussistenza dei requisiti e accrediterà il contributo direttamente sul conto corrente indicato al momento della domanda.
Differenze con altre misure e cosa accadrà dal 2026
Il Bonus Mamme 2025 è una misura transitoria, pensata come sostegno aggiuntivo per quest’anno. Dal 2026 potrebbe trasformarsi in una forma diversa, legata alla decontribuzione parziale dei contributi previdenziali per le madri lavoratrici, soprattutto per chi ha tre o più figli.
Questo significa che, mentre nel 2025 le famiglie riceveranno un importo diretto in denaro, negli anni successivi il vantaggio sarà legato a un risparmio sulle trattenute contributive e quindi a una busta paga più leggera.
Domande frequenti sul Bonus Mamme 2025
Chi può richiedere il Bonus Mamme 2025?
Possono farlo le madri lavoratrici dipendenti, autonome o libere professioniste, con almeno due figli a carico e reddito annuo fino a 40.000 euro.
Le lavoratrici domestiche hanno diritto al bonus?
No, colf e badanti sono escluse, così come chi ha contratti intermittenti non continuativi.
Quanti soldi spettano esattamente?
Il contributo è di 40 euro per ogni mese di lavoro nel 2025, fino a un massimo di 480 euro se la madre ha lavorato tutto l’anno.
Quando viene pagato il Bonus Mamme 2025?
L’INPS erogherà l’importo in un’unica soluzione a dicembre 2025, direttamente sul conto corrente della richiedente.
Il bonus va dichiarato nell’ISEE?
No, non è tassato e non influisce sull’ISEE. È un importo netto, esente da imposte e contributi.
Cosa succede dal 2026?
Il bonus una tantum sarà sostituito da un sistema di decontribuzione: le mamme con almeno tre figli pagheranno meno contributi previdenziali, con vantaggi diretti in busta paga.
Un aiuto concreto alle famiglie
Il nuovo Bonus Mamme 2025 non è una cifra enorme, ma rappresenta un segnale concreto di attenzione verso le famiglie numerose e le donne che ogni giorno conciliano lavoro e maternità. I 480 euro, specie se sommati ad altre agevolazioni come l’Assegno Unico o i bonus nido, possono alleggerire il bilancio domestico e offrire un po’ di respiro a chi si trova a sostenere spese continue per i figli.