l tuo ISEE è sotto i 9.530€? Preparati: dal 2026 la tassa rifiuti ti costerà il 25% in meno

Francesco Giuliani

Settembre 23, 2025

Dal 2026 la tassa rifiuti peserà meno per milioni di italiani. L’Arera ha approvato il bonus Tari, una riduzione del 25% destinata alle famiglie con Isee basso. Una misura automatica, senza domanda, che affiancherà gli altri bonus sociali già in vigore. Vediamo nel dettaglio come funzionerà, chi ne beneficerà e quali effetti avrà sulle bollette.

Che cos’è il bonus Tari e da quando parte

Con la delibera 355/2025/R/rif, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha dato il via libera a un nuovo strumento di sostegno: il bonus Tari, uno sconto del 25% sulla tassa rifiuti dovuta da ogni nucleo familiare.

La misura entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026 e sarà applicata in modo automatico a tutti i cittadini con Isee inferiore a 9.530 euro, oppure a famiglie numerose con Isee fino a 20mila euro.

Lo sconto funzionerà esattamente come i bonus già attivi per luce, gas e acqua, rendendo più sostenibili i servizi essenziali per le fasce più fragili della popolazione.

Chi ne avrà diritto: i requisiti

Il bonus Tari non richiede alcuna domanda diretta da parte dei cittadini. Sarà l’INPS, sulla base delle dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) presentate per ottenere l’attestazione Isee, a trasmettere i dati ai Comuni e ai gestori del servizio rifiuti.

Le condizioni per accedere allo sconto sono due:

  • Isee fino a 9.530 euro per nuclei familiari ordinari;

  • Isee fino a 20.000 euro per le famiglie numerose, in particolare quelle con almeno 4 figli a carico.

Il riconoscimento sarà automatico: chi rientra nelle soglie vedrà applicato lo sconto direttamente sulla Tari dell’anno successivo.

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Come e quando sarà applicato lo sconto

Il meccanismo del bonus Tari prevede un certo “ritardo tecnico”. Poiché la tassa rifiuti viene calcolata dai Comuni in base ai dati disponibili, lo sconto del 2026 sarà applicato utilizzando le attestazioni Isee presentate dai cittadini nel 2025.

In pratica, chi nel 2025 ha richiesto e ottenuto un Isee sotto soglia, nel 2026 riceverà lo sconto del 25% sull’importo Tari dovuto.

Secondo le stime, saranno circa 4 milioni i nuclei familiari beneficiari.

Quanto si risparmia in media

La Tari è un tributo che varia da Comune a Comune, ma l’Arera, nella sua relazione annuale, ha stimato la spesa media nazionale per una famiglia tipo (3 persone, abitazione di 100 mq) in circa 311 euro annui nel 2023.

Applicando lo sconto del 25%, il risparmio medio sarà di circa 77 euro all’anno per famiglia.

Naturalmente l’impatto sarà più o meno rilevante a seconda della tariffa stabilita dal Comune di residenza. In città con costi Tari più alti, lo sconto potrà superare i 100 euro annui.

Perché nasce il bonus Tari

Il nuovo bonus rifiuti si inserisce nel quadro dei bonus sociali già attivi su luce, gas e acqua. L’obiettivo è quello di contrastare il peso crescente della spesa per servizi essenziali, in particolare per le famiglie a basso reddito.

Negli ultimi anni, infatti, i rincari energetici e l’aumento dei costi di gestione dei rifiuti hanno portato diversi Comuni a rivedere al rialzo le tariffe Tari. Questo ha reso sempre più gravoso per le famiglie sostenere il pagamento della tassa, che resta obbligatoria per chiunque occupi un immobile.

Con il bonus Tari, si punta a riequilibrare il sistema, garantendo un sostegno concreto a chi rischia di scivolare nella povertà energetica e sociale.

Quanti rifiuti produciamo e come varia la Tari

Secondo i dati ufficiali, nel 2023 la produzione nazionale di rifiuti urbani è stata pari a 29,3 milioni di tonnellate, in crescita dello 0,7% rispetto al 2022. La raccolta differenziata è salita al 66,6%, un dato positivo ma con forti differenze regionali:

  • Nord-Est: 76,7% di raccolta differenziata;

  • Nord-Ovest: 70,6%;

  • Centro: 62,3%;

  • Sud e Isole: 58,2%.

Queste differenze si riflettono anche sulle tariffe Tari. In molte aree del Nord la tassa è più bassa grazie a sistemi di smaltimento più efficienti, mentre al Sud i costi tendono a essere più alti a causa di difficoltà logistiche e strutturali.

Le scadenze della Tari: cosa cambia con il bonus

Attualmente le scadenze della Tari sono stabilite dai singoli Comuni e prevedono di solito due rate semestrali. In ogni caso, almeno una rata deve cadere dopo il 30 novembre di ogni anno, con la possibilità di saldo l’anno successivo.

Con l’arrivo del bonus, i Comuni dovranno adeguare i sistemi di calcolo per applicare lo sconto automaticamente alle famiglie aventi diritto, utilizzando i dati forniti dall’INPS. Questo potrà comportare una maggiore uniformità e trasparenza nel sistema di fatturazione.

Il peso economico della Tari in Italia

Il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti in Italia ha un costo complessivo stimato in 10,3 miliardi di euro annui. Di questi, circa 9,7 miliardi vengono coperti dalle entrate tariffarie, cioè dai cittadini attraverso il pagamento della Tari.

Il bonus Tari rappresenta dunque un intervento mirato per ridistribuire una parte di questi costi, alleggerendo il carico fiscale sui nuclei più fragili senza compromettere la sostenibilità economica del sistema.

Prospettive future: verso una Tari più equa

Il bonus Tari 2026 potrebbe rappresentare solo il primo passo verso una riforma più ampia del sistema tariffario. Arera ha già indicato la necessità di introdurre criteri più equi e uniformi tra le diverse aree del Paese, superando le forti disuguaglianze territoriali che oggi pesano sulle famiglie.

Al tempo stesso, l’aumento della raccolta differenziata e il miglioramento dei sistemi di riciclo potrebbero in futuro ridurre i costi complessivi del servizio, con effetti positivi anche sulle tariffe.

 In sintesi, dal 2026 la Tari sarà più leggera del 25% per 4 milioni di famiglie italiane con Isee basso. Una misura che si aggiunge ai bonus sociali già esistenti, garantendo un aiuto concreto a chi fatica a sostenere i costi dei servizi essenziali. Ma il vero obiettivo resta quello di costruire un sistema tariffario più equo e sostenibile per tutti, capace di premiare chi differenzia di più e ridurre le disparità tra territori.

Foto di Francesco Giuliani

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